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un bimbo felice, come crescerlo così?

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@theprincess
icon12  view post Posted on 3/11/2007, 10:14




Come si fa a crescere un bambino felice?
La gioia di vivere e l’equilibrio si sviluppano fin da quando il bebè è nella culla, grazie all’affetto e l’esempio di mamma e papà. Non serve coprirlo di regali e dargliela vinta in ogni occasione perché è l’amore che conta, oltre alla capacità di aiutarlo a far scattare la fiducia in se stesso,


apprezzando i suoi primi successi e abituandolo ad accettare qualche piccola sconfitta. Perché, in fondo, il sogno di ogni genitore è proprio quello di vedere il sorriso sul suo visino e di guardarlo giocare beato. In poche parole, avere un bambino sereno non vuol dire avere un figlio sempre allegro, ma piuttosto insegnargli ad affrontare la vita in modo positivo, a stabilire buone relazioni, a gioire delle proprie emozioni e ad affrontare con equilibrio le inevitabili difficoltà. Ma su quali punti si basa la "costruzione" di una infanzia felice?

Scopriamolo insieme con i consigli della dottoressa Paola Scalari, psicologa responsabile del Centro di psicologia dell’età evolutiva di Venezia.
Quando si forma la personalità

Una personalità serena nasce neiprimissimi anni di vita, anche se sembra strano preoccuparsi di argomenti tanto complessi quando il bambino sa a malapena pronunciare il suo nome.

Quanto conta il carattere

Chi ha la fortuna di ereditare da mamma e papà i "geni del buonumore" e un’indole ottimista e socievole è naturalmente avvantaggiato. Ma ci sono bambini che già in culla dimostrano una naturale simpatia e sono sempre pronti al sorriso. E altri piccoli, più introversi e sensibili, che dimostrano diversamente il proprio stato d’animo.

Quanto influisce l’ambiente

L’atmosfera gioca un ruolo fondamentale. L’ideale è una famiglia in cui c’è tranquillità, con i genitori che non si fanno prendere la mano da ansia e preoccupazioni, ma soprattutto che fanno "sentire" ai figli che li amano "comunque", al di là dell’aspetto fisico che hanno o delle doti intellettuali che potrebbero non avere. Senza dimenticare che la felicità è contagiosa: un bambino che cresce tra gente abituata a vedere il bicchiere mezzo pieno, anziché mezzo vuoto ha molte probabilità di sviluppare un atteggiamento più gioioso.

Ma come si fa a capire se il bambino cresce sereno? Al di là delle differenze di carattere, i bambini felici hanno caratteristiche in comune: fiducia, autostima, curiosità. Come tutti fanno i capricci e scoppiano in pianti inconsolabili, ma sanno superare in fretta la crisi. Sono capaci di stabilire, in modo adeguato alla loro età, un buon rapporto con altri bambini e con gli adulti. Il bimbo felice dimostra le proprie emozioni, belle e brutte. Sin dalla prima infanzia bisogna imparare a leggere nei gesti e negli atteggiamenti le tracce del suo benessere. Dopo i tre-quattro anni si può cominciare a parlarne. Perché in questa età speciale il bambino comincia a dare un nome a quello che sente. Non è ancora in grado di dire che è geloso del fratellino, ma va incoraggiato a spiegare quello che sente.

Di solito è felice chi ha una famiglia felice. Però non è detto che le cose che rendono contento un bambino siano le stesse che gratificano i genitori.

Una persona autonoma

Fin dalla prima infanzia bisogna imparare a riconoscere nel figlio un individuo indipendente, che potrebbe rivelare gusti, inclinazioni e desideri diversi dai propri. È normale per i genitori sognare un futuro brillante per i propri figli, o che seguano le proprie orme nel lavoro e nello sport, ma senza forzature.

Non forzarlo

Inutile pretendere di allevare un campione di nuoto se il bambino fin da piccolo ha paura dell’acqua, forzarlo ad andare in piscina in questo caso può solo renderlo infelice. Facendolo sentire inadeguato si gettano le basi per complessi e insicurezze difficili da superare.


Incoraggia le inclinazioni


Talvolta i bambini fin dalla prima infanzia rivelano un’attrazione speciale per disegno, musica o danza. Quando esistono delle inclinazioni vale sempre la pena di incoraggiarle. Pazienza se interromperà la tradizione di famiglia e da grande non farà l’avvocato.

Anche i piccoli possono soffrire di depressione: è un disturbo raro ma capita che piccoli di 4-5 anni vedano il mondo in bianco e nero, non abbiano voglia di giocare, siano sempre tristi e chiusi in un mondo tutto loro. Naturalmente non si parla del malumore passeggero, ma di un atteggiamento costante, che si ripete giorno dopo giorno per settimane. Che fare? È opportuno rivolgersi al medico, che consiglierà l’atteggiamento più adatto per aiutare il bambino a superare il momento di difficoltà.

Ecco i sintomi che devono far riflettere:

• Cambiamento di carattere: un bambino vivace che improvvisamente è sempre troppo quieto, oppure un piccolo tranquillo che diventa nervoso e scontento.
• Modificazione dell’appetito
• Disturbi del sonno: dorme troppo o troppo poco.
• Stanchezza ingiustificata: disinteresse per qualunque progetto (dalla gita in campagna al pomeriggio al luna park).
• Difficoltà di concentrazione: si distrae davanti ai cartoni animati, non segue il racconto della favola preferita.
• Incapacità di dimostrare gioia: indifferenza davanti a un regalo, scarsa partecipazione nei giochi con altri bambini.

Aiutarlo ad accettare le sconfitte

Pianti, dispetti, capricci sono all’ordine del giorno nell’infanzia. E i genitori istintivamente vorrebbero risparmiare al bambino anche il più piccolo dispiacere. Ma anche se fosse possibile non sarebbe utile. Serve invece, e molto, insegnargli ad accettare anche una piccola frustrazione. I genitori sono uno specchio nel quale i bambini vedono il comportamento da tenere per ogni situazione e lo imitano, per questo è importante dimostrarsi equilibrati, affrontare ogni problema con serenità, e quando arrabbiarsi è inevitabile basta farlo senza diventare isterici.

Spingerlo ad avere fiducia in se stesso

La curiosità, la voglia di scoprire cose nuove sono molle fondamentali per la crescita. Ma la preoccupazione che ogni esperienza si trasformi in un pericolo è naturale nei genitori. I genitori dovrebbero dosare permessi e divieti tarandoli sulle sue capacità e non sui propri timori, così gli si fa capire che "può farcela" da solo, un toccasana per la sua autostima. Il bambino felice non è quello lasciato libero di fare tutto: è quello che viene aiutato a capire ciò che gli è concesso e ciò che gli è proibito. Per questo una linea di condotta coerente è molto importante: meglio un divieto in meno, ma definitivo.

tratto da quimamme.it
 
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