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Dalla materna alle elementari

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@theprincess
icon11  view post Posted on 10/11/2007, 20:29





Ha salutato i compagni di classe e di gioco, festeggiato con le maestre e le educatrici, preso le sue piccole cose dall’armadietto e ha definitivamente chiuso dietro di sé la porta di accesso alla scuola materna. Dal prossimo anno la sua vita scolastica sarà completamente diversa: avrà nuovi insegnanti da ascoltare e a cui fare riferimento, nuovi amici con cui condividere le gioie e i dolori, nuovi libri e nuovi quaderni. Avrà il patema d’animo il primo giorno e la felicità negli occhi al primo bel voto, imparerà a scrivere il suo nome e a leggere le scritte sui cartelli stradali e le insegne dei negozi. Sarà un bambino della scuola elementare e così avrà inizio il suo lungo viaggio all’interno del mondo scuola.
E, nonostante questo, non tutti i bimbi sono pronti per il grande passo! A loro disposizione, un’ultima estate per godersi i benefici della primissima infanzia e una prima estate per provare a diventare grandi. Come aiutarli?

Molti genitori sono convinti che preparare il piccolo per la scuola elementare significhi, prima di tutto, insegnargli a leggere e scrivere prima del tempo. Spesso, quindi, i mesi che precedono la riapertura scolastica sono contraddistinti da lunghi esercizi, si spera prospettati sotto forma di gioco, finalizzati all’apprendimento dei rudimenti della lettura e della scrittura. Capita che il bambino si diverta ed, effettivamente, sembri incuriosito da ciò che gli viene spiegato. Ciò non toglie che questa, per lui, sia semplicemente un’attività ludica diversa dalle altre, attività della quale può stancarsi esattamente come si stanca di giocare con le bambole o con la sua macchinina preferita.
Oltretutto, se davvero lo scopo è quello di portarsi avanti rispetto al programma di prima e non il tentativo di assecondare la curiosità del piccino, la cosa può rivelarsi anche controproducente. Due i rischi: che il bambino abbia a noia la scuola ancora prima che questa inizi; e che, avendo appreso la parte più complicata del programma per conto suo, una volta in classe si annoi e assuma un atteggiamento saccente e arrogante nei confronti dei compagni che stanno ancora imparando.

Più che insegnare, quindi, ai piccoli a leggere e scrivere, per prepararli al passaggio dalla materna alle elementari, sarebbe più utile osservare il loro comportamento e intervenire laddove questo si rivela più immaturo e non consono a quella che sarà la loro nuova vita a partire da settembre.
La differenza tra scuola e asilo, infatti, non è solo nelle materie che vengono insegnate ma, soprattutto, nelle regole che vengono imposte agli scolari. Nel giro di qualche giorno devono capire che non ci si alza dal proprio banco in continuazione, che in classe si fa silenzio, che gli insegnanti vanno ascoltati, che non si gioca ma si eseguono esercizi, che esistono degli orari precisi di entrata e di uscita, che la cartella deve contenere tutti gli strumenti necessari per quello specifico giorno di lezioni… Insomma, tutto un insieme di normative che fanno delle elementari le elementari e che non sono assolutamente contemplate alle materne.
Questo è il vero grande passo di crescita che un bambino deve compiere e in questo i genitori possono e devono aiutarlo durante l’estate, nei mesi che precedono l’inizio della scuola.

Ovviamente, non è il caso di trasformarsi in cerberi disumani. Ma iniziare a dare qualche regola al piccino in modo che non arrivi completamente impreparato all’appuntamento con la scuola e con ciò che l’attende, potrebbe essergli di grande aiuto: abituatelo a stare seduto a tavola mentre gli altri mangiano; spiegategli che quando gli altri parlano occorre fare silenzio e ascoltare per, poi, intervenire al proprio turno; fategli capire che non sempre si può fare tutto ciò che passa per la testa… In altre parole, indicategli la nuova strada da seguire, senza esagerare e ricordando che non si diventa grandi in un minuto.
L’abbandono della prima infanzia e degli anni spensierati dell’asilo rappresenta, infatti, sempre e comunque un problema per un piccino e sostenerlo psicologicamente e moralmente è più importante che infarcirlo di nozioni che imparerebbe comunque a scuola al momento giusto e insieme ai compagni.



 
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