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Follia a due...

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chioccoli
icon13  view post Posted on 15/3/2008, 20:59




L'espressione più estrema della patologia di coppia è la sindrome chiamata 'Follia a due'.

La sindrome `Folie à deux' fu descritta per la prima volta nel 1873: con questo termine si sono volute indicare varie situazioni in cui disturbi psicologici vengono trasmessi dall' uno all'altro tra i componenti di una coppia.
Si tratta di un grave disturbo psicologico indotto, la cui manifestazione essenziale è un sistema delirante che si sviluppa in una seconda persona conseguentemente ad una relazione molto stretta con un altro soggetto (quello che viene definito 'il caso primario') che abbia già un disturbo mentale grave (solitamente caratterizzato dalla presenza di rilevanti deliri).

Il caso più comune è quello della follia imposta in cui il soggetto psicotico primario domina la relazione patologica ed impone gradualmente il suo sistema delirante all' altro, più passivo ed inizialmente sano: il secondo partner ha in genere una psicosi più sfumata .
Altre caratteristiche di comune riscontro: si tratta di coppie di persone in strettissimo contatto, spesso isolate dal mondo o comunque socialmente `ritirate'. Sono stati persino riferiti casi di nuclei familiari in cui erano coinvolte fino a dodici persone della stessa famiglia.

La follia a due viene anche detta follia indotta e denota quella situazione in cui i due membri di una coppia si incontrano sul piano comunicativo tramite un reciproco influenzamento delirante.

La suggestionabilità ha una parte notevole nella follia a due e si riferisce anche a quei casi in cui una personalità paranoica o fanatica condiziona e plagia l'altro membro della coppia particolarmente recettivo o suggestionabile.

Silvano Arieti, autore di un classico Trattato di psichiatria: "Il primo ad ammalarsi è di solito un individuo con una personalità forte, prepotente e arrogante. Questi è capace di far accettare il proprio sistema delirante al coniuge, a un figlio, a un fratello, a una sorella o a un amico che vive con lui. Le vittime sono di solito persone deboli, sottomesse, le quali trovano più facile accettare le idee del donatore, anche se psicotiche, che opporsi ad esse. La convinzione incrollabile del donatore, come pure l'ansia che un rifiuto della sua autorità provocherebbe nelle vittime, fanno sì che queste accettino i suoi deliri. Naturalmente le vittime devono essere preparate dalle loro difficoltà psicologiche personali ad accettare il fardello psicotico altrui. ".

Al di là di espressioni estreme di patologia come queste ciò che può valere la pena chiedersi è se e quanto spesso, e per quanto talora in un contesto di assoluta apparente normalità, le relazioni di coppia possano essere espressione di patologia più che di sanità, di felicità piuttosto che di infelicità, e se - in generale - il contesto di una relazione di coppia possa favorire l'una anzichè l'altra condizione.

Dunque, una considerazione (banale, ma a mio avviso importante), ed una domanda.

E' evidente che talora (ma potrei anche dire sempre) la patologia si struttura nell'ambito di una relazione: non saprei dire quale possa essere l'importanza da attribuire ai mediatori chimici cerebrali, all'assetto dei neurotrasmettitori o a tutto ciò che - via via - di biochimico e cerebrale viene indicato come importante, ma non ho dubbi sul fatto che talora (oppure sempre?) ci si può ammalare per via delle relazioni che si vivono, così come è reso evidente da condizioni del tutto particolari, come quella cui ho accennato, della 'follia a due'.

Quindi, la domanda: la coppia, è più facilmente una condizione di malattia oppure di sanità?

E, per finire: la vostra relazione di coppia, vi rende sani, liberi e felici od è piuttosto espressione ed evidenza della vostra malattia?

:P :P :P
 
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