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Nido: quello che c'è da sapere

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@theprincess
icon4  view post Posted on 23/5/2009, 13:04






L’importanza dell’ambiente ludico per i bambini dai primissimi anni di età (0/3 anni) viene favorito anche dalla presenza sui territori locali dei nidi, strutture adeguatamente predisposte e strutturate per promuovere il benessere del piccolo fino al suo successivo ingresso nella scuola dell’infanzia.
Innanzitutto, il nido viene valorizzato dall’intervento di operatori esperti: la formazione del personale educativo, la presenza del consulente pediatrico e del consulente pedagogico sono le premesse perché il nido abbia a essere realmente funzionale allo stato di salute psico – fisica dei bambini presi in carico.

Per la scelta del nido è fondamentale che i genitori e i tutori del piccolo conoscano, attraverso incontri e colloqui preventivi, il piano annuale dei servizi predisposti, esplorino gli spazi e sappiano come viene favorita l’organizzazione delle sezioni.
In particolare, all’interno dei nidi è sempre più frequente la presenza di bambini con diverse abilità o di culture altre dalla nostra e questo va presentato ai genitori come elemento formativo di arricchimento relazionale per i propri figli, che si qualifica come piano pedagogico ed educativo atto a favorire nel gruppo di bambini piccoli il primo orientamento al rispetto e alla convivenza democratica.

Ovviamente la presenza di diversità di piccoli registra la necessità di pianificare interventi educativi personalizzati, che consentano cioè la reale integrazione del singolo nel gruppo e del gruppo con il singolo. Per esempio, la frequenza al nido di un bimbo di lingua straniera richiede agli educatori un’importante riflessione sulla progettazione di esperienze, dove si possa comunicare al piccolo (e alla sezione) in bilingue, al fine di mantenere forte l’identità culturale del bambino e di favorire un ampliamento dell’offerta educativa per gli altri (anche a questa età in cui il linguaggio verbale è fortemente accompagnato dal linguaggio motorio e non verbale).

Nel nido, inoltre, una grande efficacia pedagogica viene assunta dalla strutturazione degli spazi e dei tempi da dedicare alle attività: gli spazi e i materiali sono colorati e adeguati alla sicurezza dei piccoli e sono igienicamente gestiti, al fine di rendere i luoghi un prezioso ambiente di gioco e di scoperta.
Pertanto, la collaborazione tra educatori, personale di vigilanza, addetti alla cucina e personale ausiliario diventa sul piano operativo una condizione necessaria per il continuum formativo del bambino: in alcuni momenti, pur nel rispetto dei ruoli, le diverse figure quasi non si distinguono, anche e soprattutto perché in esse deve essere forte la relazione empatica e quasi “materna” nel rapportarsi con bimbi così piccoli, dove l’assenza genitoriale va compensata con affettività ed emotività positiva, che può realizzarsi attraverso un clima di accoglienza sereno e motivante.

Il clima sereno risente dei tempi delle attività che, nei nidi, sono personalizzati in relazione ai ritmi di dormiveglia dei piccoli, alla loro diversa età, ai ritmi di attenzione verso un’esperienza proposta e ciò determina la valorizzazione della professionalità educativa degli operatori, che si trovano, non improvvisando, a pianificare sempre nuove soluzioni ludiche che sostengano il benessere del piccolo nel gruppo.
La progettazione delle esperienze e delle attività va quindi monitorata periodicamente, per sviluppare momenti condivisi di riflessione del piano in sinergia con le famiglie e con il territorio: la figura ormai costante del pedagogista nel nido facilita un insieme di interventi finalizzato all’attenzione agli aspetti psicologici, emotivi, cognitivi e relazionali dei piccoli nell’età che precede l’ingresso alla scuola dell’infanzia. In modo particolare viene promosso il peculiare rapporto con le famiglie che divengono parte attiva alla pianificazione del progetto annuale.

La raccolta, infatti, di tutte le notizie sui ritmi della giornata familiare del bimbo preso in carico diventa importante orientamento per tenere saldo il filo conduttore “nido – famiglia”, al fine di dare libertà alla personalità del bambino di esprimersi nei modi in cui più è abituato.
Questo è fondamentale soprattutto per rinforzare la serenità delle mamme che si affidano al nido: esse, in genere lavoratrici, tendono a pensare che l’ambiente del nido possa allontanare troppo il piccolo dalle abitudini domestiche. Non è così, in quanto la ricchezza di esperienze vissute in famiglia viene riportata nell’ambiente ludico e espressa agli altri nel gioco motorio, nelle scoperte, nel dialogo tonico, e viceversa le molteplici attività ludiche proposte al nido trovano ricaduta positiva nel rientro a casa.
http://www.bambinopoli.it/scuola/Nido:_que...da_sapere/1070/
 
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