Ciao a tutte, sono nuova ma ho già avuto modo di presentarmi.
Mi piacerebbe raccontarvi la mia storia perchè non credo sia comune a molte di voi e potrebbe comunque essere di supporto a qualcuno.
Premetto che vi saranno degli aneddoti che si discosteranno dal classico sogno del matrimonio in Chiesa con tutti i parenti e gli amici ma vi chiedo gentilmente di non giudicare a priori in quanto le mie scelte sono state ben ponderate e vagliate sino al momento della grande decisione.
Dunque ero fidanzata da tre anni con un militare italiano che per ovvi motivi di lavoro era spesso assente anche per lunghi mesi ed il problema più grave era che non si trattava mai solo di una assenza fisica ma ancor peggio telematica
Sentendomi sempre frustrata per tale situazione soprattutto a fronte dei numerosi sacrifici che in tre anni avevo fatto per stargi accanto inizio a convincermi di meritarmi di meglio ma a farmi effettivamente rendere conto della fine della nostra storia arriva l'incontro virtuale con mio marito.
Aspettavo che il mio ex si collegasse al messenger per vederci e parlare ma come ogni sera la delusione nn tardò ad arrivare ed all'improvviso fui contattata da uno sconosciuto....
Ebbene non starò qua a raccontarvi ogni singola conversazione in quanto da quel momento in modo graduale ci sentimmo ogni santo giorno tanto che arrivai al punto di dire una bugia ad amici, genitori e fidanzato ed organizzai il mio viaggio alla volta dell'Egitto.
In molti mesi ebbi la possibilità di confrontarmi via web con tutta la sua famiglia e con i suoi amici e quando arrivò il momento del primo incontro e della prima accoglienza fu come ritrovare dei vecchi amici ed essere in famiglia.
In quelle prime settimane di viaggio riscoprii i valori della famiglia, dello stare tutti assieme intorno ad una tavola a mangiare, ridere e scherzare, ebbi il piacere di conoscere i suoi affetti più cari e conoscere la sua realtà, una realtà molto diversa da quella in cui ero abituata a vivere.....
Insomma fu un incontro d'amore ma anche un arricchimento culturale personale.
Tornai combattuta dall'amore per lui ed i nostri differenti contesti di quotidianità ma alla fine vinse l'amore e chiusa la mia storia oramai logorata mi buttai a capifitto in questa nuova strada che non sapevo dove mi avrebbe portato ma mi rendeva felice, tanto felice e serena.
Lunghi periodi intervallati da visite in Egitto e strazianti ritorni alla vita di sempre senza di lui, ogni giorno conoscendo una parte di noi ancora nascosta o qualcosa che ci identificasse come la cultura, religione, i propri usi e costumi.
Dopo due anni decidemmo di sposarci e di vivere finalmente sotto lo stesso tetto: purtroppo secondo la legge Bossi-Fini ancora in vigore nel nostro Paese lui non poteva raggiungermi con un semplice visto turistico che sarebbe stato difficile da ottenere e la sola possibilità di amarci e vivere insieme sarebbe stata il matrimonio. A mia volta non volevo sposarmi perchè quella era la sola soluzione ma dentro di me che lui era la persona che desideravo e che , come nessun altro, era riuscito a donarmi quel senso di serenità e pace interiore anche nel rapporto a distanza.
Nel giro di qualche mese riusciimmo a produrre tutta la documentazione necessaria per sposarci all'estero, feci la richiesta di pubblicazioni di matrimonio grazie alla delega ad una cara amica del mio forum (su forumfree ho un forum da tre anni che è dedito alle coppie italo-egiziane, una grande famiglia dove ho avuto modo di conoscere tante persone stupende) ed appena tutto fu pronto decisi di partire alla volta dell'Egitto.
Il mio animo era combattutto da ansia, agitazione, emozione e tristezza: la mia famiglia infatti non aveva mai accettato questa mia relazione e solo mio padre si era interessato degli sviluppi della mia storia. Sapevano che mi sarei sposata a giorni e che niente mi avrebbe fatto cambiare idea. Avevano paura non conoscendolo e soprattutto a causa delle tante maldicenze che ogni giorno si sentono mediante i media.
Dopo il matrimonio rientro in Italia e dopo un mese mi raggiunge mio marito per iniziare insieme il nostro cammino.
Lui nel suo paese aveva un buon lavoro in un'azienda pubblicitaria ed una buona posizione con un vita negli standard medi ma purtroppo non volevo io assolutamente trasferirmi lo convinsi a lasciare tutto per me anche se con grande dolore.
Non è stato facile all'inizio, un po come avere un bambino da accudire ed indirizzare: non conosceva la lingua ed era disorientato totalmente.
Con il tempo si è integrato, ha studiato l'italiano, si è fatto degli amici ed oggi è ben inserito e con il nostro piccolino abbiamo coronto il grande sogno di crearci una famiglia tutta nostra.
Proprio a settembre abbiamo portato per la prima volta Amir a conoscere la famiglia del padre e tutti i sui cuginetti: sono state delle bellissime settimane molto benefiche anche per il suo sviluppo e la sua crescita....
Ed ecco sintetizzata al massimo la mia storia...scusate se vi ho annoiato...
