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sezione medi, dai 13 ai 24 mesi

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@theprincess
icon1  view post Posted on 15/9/2007, 12:37




La sezione dei medi- dai 13 ai 24 mesi

Nella sezione medi, più che in altre, occorre pensare lo spazio in termini di flessibilità.
Operazione questa, resa necessaria da una età di passaggio, durante la quale le caratteristiche evolutive dei piccoli - presenti ad inizio d’anno - si trasformano rapidamente grazie all’acquisizione di nuove abilità, conoscenze, sicurezze, interessi elaborati dai bambini.
Nel corso del secondo anno di vita, infatti, il bambino passa da una totale dipendenza dalla figura adulta ad una prima forma di indipendenza, resa possibile da una maturazione neuro – biologica alla quale si accompagna l‘acquisizione di competenze quali : camminare, alimentarsi autonomamente, cominciare a controllare gli sfinteri etc…
Questa crescita sostenuta dal desiderio / piacere di fare da soli deve riflettersi in un ambiente capace di garantire la stabilità del luogo di riferimento, permettendo al contempo le necessarie modificazioni di spazio e di arredo da realizzarsi in corso d’anno, in relazione ai mutati bisogni dei bambini.
In tali termini lo spazio di riferimento dei medi deve assumere la forma e l’uso di un laboratorio, ricco di provocazioni, suggestioni d’uso, soluzioni possibili, nuovi interrogativi da creare e condividere insieme, fra adulti e bambini.
Uno spazio in cui sia presente e leggibile l’equilibrio fra elementi strutturati e non - strutturati, fra la possibilità di allontanarsi per esplorare / ricercare e la possibilità di ritornare accanto all’adulto significativo.
All’interno di questo laboratorio, ruolo principe verrà attribuito al “ movimento “ del bambino, da intendersi non solo in senso fisico ma anche per traslato come movimento verso la propria identità,
verso la co – costruzione di conoscenze, verso l’altro e le emozioni da incontrare e gestire.
In conseguenza di questo “ movimento “ che crea forti connessioni evolutive fra le caratteristiche dei bambini medi e grandi, l’organizzazione delle due sezioni deve realizzarsi di concerto così da garantire una logica di sviluppo coerente evitando improduttive ripetizioni.
Generalmente valido questo concetto diviene necessità all’interno di quei Nidi D’Infanzia dove la strutturazione dello spazio crea la possibilità di accogliere l’intera gamma delle aree ludiche solo attraverso il principio dell’intersezione e l’uso alternato degli spazi comuni.
Entrando nello specifico, osserviamo che :

Lo sviluppo motorio del bambino nel secondo anno di vita risulta caratterizzato dalla fondamentale conquista della deambulazione, dalla capacità di camminare da solo.
Una competenza essenziale che deve trovare riscontro all’interno di una organizzazione degli spazi in grado di consentire al bambino di sperimentare questa capacità in una molteplicità di forme.
Correre, saltare, lanciare, incontrare difformi situazioni di equilibrio statico, allontanarsi per poi ritornare, rappresentano esperienze di crescita motoria ma veicolano anche un significato squisitamente psicologico. Un significato legato alla conquista di un autonomia che deriva da una dipendenza soddisfatta e dalla quale discende l’immagine di sé come soggetto capace di ……… muoversi, giocare, pensare, entrare in relazione, progettare e realizzare i propri desideri presenti e futuri.
Accanto ed a completamento di questo, il secondo anno di vita vede la definizione di un’altra importante competenza motoria, rappresentata da quella presa a pinza che permette al bambino di sviluppare la motricità grossolana in motricità fine.
Come ovvio tale nuova conquista investe l’intero piano della relazione bambino – ambiente, sostenendo ed ampliando le possibilità di scoperta del piccolo. E’ in seguito all’emergere di quest’ultima capacità che le possibilità di gioco del bambino si ampliano significativamente attraverso l’approccio alle attività grafico – pittoriche e plastico – manipolative.
Nel loro insieme, le recenti competenze maturate dal bambino e la sua nuova modalità relazionale con un mondo circostante sempre più allargato e complesso, trovano utile sostegno nella presenza di :
· Spazio di libero movimento da percorrere, esplorare, scoprire. Del quale impadronirsi per agire, fare, incontrarsi e separarsi.
Nella sezione Medi occorrono molti spazi a libera percorrenza, poiché più che in ogni altra età, il bambino ha esigenza di sperimentare lo spazio attraverso il movimento. D’altronde disporre di uno scenario che permetta di agire ed esplorare ogni angolo mutuando in termini oggettivi e non di divieto il senso del pericolo, vuol dire realizzare una esperienza relazionale e di conoscenza che sostiene la crescita e la volizione infantile. Al contrario, uno spazio limitato e reso ostile dalla presenza di pericoli e conseguenti divieti, significa limitare lo sviluppo del bambino generando inibizione, rifiuto della manipolazione fisica e mentale.

· Percorsi e strutture / giocattoli motori.
Il bisogno del bambino di movimento - da intendersi non solo in senso fisco ma anche come un andare verso alla realtà, all’altro da sé, all’emozione del conoscere - trova riscontro in una articolazione diversificata degli spazi motori da realizzarsi attraverso la costruzione di percorsi via via più complessi.
Importante dunque arricchire la sezione con materiale psico – motorio oppure materiale non strutturato – palle di consistenza diversa, scatoloni, veli, panche etc… - che consentano di proporre ai bambini plurime forme ludiche dove il linguaggio motorio si connette ad altri linguaggi, diventando veicolo di conoscenza degli stessi. I percorsi motori semplici e complessi possono dunque trasformarsi in rappresentazioni mimate centrate sul corpo, girotondi, danze etc….

Come avviene nel primo anno di vita, anche durante il secondo anno il corpo del bambino rappresenta un baricentro emotivo – affettivo il cui sviluppo intrattiene rapporti di interdipendenza con tutte le altre aree della crescita.
Riconoscere questo principio all’interno di una sezione medi significa tradurre in termini di spazi ed arredi quella fase dell’autonomia e del negativismo che caratterizzano questa particolare fascia d’età.
Nel periodo di tempo che intercorre fra i 13 ed i 24 mesi, il bambino anche in conseguenza delle capacità maturate sperimenta ed esprime il bisogno di fare da solo, decidendo in modo autonomo di allontanarsi dall’adulto per esplorare il mondo fisico e relazionale circostante per poi ritornare alla base sicura dell’adulto.
Se è infatti vero che l’autonomia nasce da una dipendenza soddisfatta (Bowlby) è anche vero che dalla evoluzione e gestione di questo processo dipendono, seppur parzialmente, l’autostima del bambino ed in generale una immagine di sé competente, capace di …….
A livello verbale, la conquista dell’autonomia, la capacità del bambino di pensarsi ed essere pensato come individuo singolo, viene segnalata da una frequente ripetizione della parola no.
Un non che non si riferisce al contenuto di quanto detto rappresentando invece una auto – affermazione. Il bisogno di dire e di dirsi che la relazione simbiotica adulto – bambino si è ormai spezzata, lasciando spazio ad alcuni margini di decisione. Esempio, è il bambino che decide se avvicinarsi o allontanarsi, se lasciare o trattenere le feci nel posto e nel momento giusto etc….
Affinchè questo processo di sviluppo, possa rispecchiarsi all’interno dello spazio è necessario :

· ricreare la dualità autonomia / dipendenza “ limitando”, circoscrivendo gli spazi di libero movimento attraverso confini / luoghi relazionali.
Lungo le pareti della sezione medi, nei tragitti di libera percorrenza dovranno dunque essere collocati dei luoghi tana, dei nascondigli capaci di accogliere il bisogno del bambino di ritrovarsi con l’adulto o col piccolo gruppo di coetanei.
Ancora, luoghi capaci di soddisfare il bisogno di stare soli, di scindersi dal ritmo generale per recuperare energie e rielaborare le esperienze vissute.

· Connotare i luoghi tana attraverso le forme del gioco imitativo – simbolico

Diversamente da quanto accade nella sezione piccoli dove i luoghi – tana hanno valore univoco quali zone di intimità, i nascondigli, luoghi – tana della sezione medi risulteranno più invitanti se la loro struttura richiamerà forme di gioco motorio o imitativo. Esempio un labirinto con spazi separati, una casetta, un piccolo teatrino etc…..

· Predisporre arredi e materiali che consentano l’accesso autonomo del bambino limitando l’intervento diretto dell’adulto
Indipendentemente dalla loro peculiare forma, i luoghi di socializzazione e di intimità della sezione medi devono comunque consentire l’uso e l’accesso autonomo da parte del bambino. E’ dunque importante distinguere delle aree ad uso infanzia, demarcando invece chiaramente quelle aree alle quali i bambini devono accedere o possono utilizzare solo in presenza dell’adulto. Questo consente non solo di sostenere l’autonomia del bambino ma limita anche l’intervento dell’adulto attribuendogli principalmente un ruolo di regia educativa. In tal modo l’energia aggressiva, tipica di quest’età e verbalmente manifestata anche dal negativismo trova confine naturale, messaggio indiretto di ciò che è permesso e non permesso fare, evitando o quanto meno riducendo numericamente gli episodi conflittuali adulto – bambino.

· Angolo morbido connotato in termini senso – percettivi
I bambini che frequentano il Nido D’Infanzia vengono suddivisi in piccoli, medi e grandi ma la loro età infantile è comunque tale da rendere indispensabile la presenza in tutte le sezioni di spazi relazionali quali l’angolo morbido. Angolo che verrà caratterizzato in relazione alla crescita dei bambini assumendo caratteristiche diverse nelle differenti sezioni e diventando così trait d’union degli aspetti emotivi e cognitivi..
Nella sezione medi, in particolare l’angolo morbido può essere utilmente connotato in termini senso – percettivi, sviluppando proposte specifiche relativamente ai sensi da articolarsi attraverso alcuni angoli. Nell’angolo morbido dei medi potranno dunque trovare spazio materiali tattili di diverse tessiture – stoffe e carte di vario genere, pon – pon, palline di legno, campanelli di ferro, etc.. – giocattoli sonori esistenti o prodotti dalle educatrici – tamburelli, xilofoni, trombette, bottiglie riempite di sementi diverse, bicchieri con palline etc… - materiali olfattivi – profuma biancheria, sacchetti con aromi di menta, rosmarino, timo, carte profumate etc.. - materiali visivi – figure, immagini, libri di varie tessiture, forme, dimensioni..
L’insieme di queste proposte potrà essere raccolta in cesti tematici così da attivare con frequenza regolare il gioco euristico.
Attività particolarmente indicata nella sezione medi, il gioco euristico consiste nel presentare al bambino un insieme di oggetti d’uso comune e di materiale naturale, lasciando al bambino la più ampia libertà d’uso degli oggetti stessi.
Proposto a cadenze fisse, con un tempo stabilito ed una funzione dell’adulto di regia educativa, questo gioco soddisfa il desiderio di scoperta e ricerca tipico di quest’età configurandosi come sostegno e valorizzazione della creatività infantile.
Utilizzato in termini senso percettivi, l’angolo morbido svolgerà in questo modo la duplice funzione di spazio – tempo del ritrovo mattutino e della lettura.



· Specchio

Anche nella sezione medi è essenziale la presenza dello specchio, generalmente ma non obbligatoriamente collocato nell’angolo morbido, poiché in questa età continua il processo di formazione dell’identità. Il bambino che è ormai in grado di percepirsi come soggetto distinto dagli altri, trova conferma della propria identità osservandosi allo specchio e soprattutto osservando le trasformazioni della propria immagine. Esempio, per il bambino osservare la propria immagine poi vederla trasformata perché si è indossato un cappello o ci si è tinti il naso di rosso, significa riconoscere meglio se stessi, attraverso le modificazioni che vengono agite sul proprio corpo.

Delineare un angolo morbido organizzato in termini senso – percettivi, vuol dire alludere ad uno sviluppo socio – cognitivo che in quest’età si modifica significativamente in seguito all’acquisizione della rappresentazione mentale o funzione simbolica.
Si intende con tale definizione la capacità del bambino di rappresentare qualcosa – evento, oggetto, situazione – attraverso un significante differenziato ossia un oggetto, disegno, parola utilizzato simbolicamente, al posto di …...
In seguito all’acquisizione di questa funzione, l’apprendimento del bambino comincia a fondarsi non più solo sui sensi e sulle azioni ma lascia spazio alle prime forme di rappresentazione simbolica. Sostenere questo processo, rifletterlo nello spazio significa prevedere :

· Angoli senso – percettivi.

Possono configurarsi come il proseguimento dell’angolo morbido, sviluppando anche in termini di spazio proposte ludiche che a partire dai sensi si articolano in forme di gioco imitativo – simbolico. Un esempio può essere quello dell’angolo della musica dove troveranno spazio vari e diversificati materiali musicali, dai giocattoli in commercio a quelli creati appositamente all’interno del Nido, dalle audiocassette per bambini alle audiocassette registrate con suoni della natura, di animali, di rumori domestici, delle conversazioni dei bambini.
Luogo di ritrovo e svolgimento delle attività uditive e musicali, l’angolo verrà organizzato per un uso sia libero che guidato.
Altro esempio è rappresentato dall’angolo tattile, dove oltre a materiali tattili diversificati e vari troveranno posto pannelli tattili astratti oppure facenti riferimento ad oggetti – situazioni reali e note al bambino – pannelli con chiusure lampo, con maniglie, con finestrelle, percorsi di biglie su spirali -.
Partendo dallo stimolo sensoriale, dopo averlo esplorato e conosciuto, il bambino sollecitato dall’adulto o da solo potrà attivare forme di gioco imitativo / simbolico – usare la tromba come un telefono, nuotare in un mare di stoffa o carta - proprie di questa età. Ancora, il bambino potrà sperimentare le possibili forme d’uso permesse dalla presenza di materiali non – strutturati vari, eterogenei e presenti in sufficiente quantità. Ed è questo un importante sostegno alla costruzione di un pensiero divergente, creativo.

· Angoli imitativo – simbolici

Accanto agli angoli senso – percettivi, lo sviluppo socio – cognitivo del bambino potrà trovare utile sostegno nella presenza di angoli imitativo – simbolici semplici, quali la cucina, il falegname, la fattoria, etc...
Sottolineo l’importanza di allestire nella sezione medi angoli simbolici “ semplici “, onde evitare una scelta sovra – dimensionata, come tale frustrante relativamente alle possibilità di gioco del bambino.
Circa a 18 mesi, infatti, il gioco simbolico comincia a manifestarsi attraverso forme iniziali, ancora scarsamente articolate nel tempo e nella sequenzialità.
In quest’età è dunque importante proporre al bambino angoli che gli consentano di realizzare un passaggio graduale dal piano imitativo al piano simbolico, attivando prima forme di scoperta del materiale ludico e delle sue possibilità d’uso.

Dotato di funzioni proprie ma anche veicolo per l’acquisizione di capacità altre, il gioco simbolico reca la traccia dello sviluppo linguistico, di quelle parole che si configurano come significante differenziato per eccellenza.
Se è vero come precedentemente affermato che il bambino nasce con la capacità di comunicare. è anche vero che il secondo anno di vita rappresenta la fase critica del linguaggio, ossia il momento di maggiore apprendimento del linguaggio.
Essenziale diventa quindi, la capacità dello spazio di promuovere e valorizzare questa funzione mediante :

· Angolo / spazio lettura
Generalmente collocato nell’angolo morbido, lo spazio lettura dovrà presentare una gamma varia ed articolata di materiali narrativi quali immagini, figure, libri dal contenuto semplice e con eterogenee proposte di grafica non stereotipata.
L’angolo dovrà essere molto curato ed ordinato esprimendo anche nella forma un messaggio di invito all’uso. Adeguato sostegno di questo messaggio indiretto è rappresentato dal comportamento adottato dagli educatori circa il materiale scritto e stampato.

In un’ottica sistemica e dato il carattere trasversale di una comunicazione che concerne tutta la giornata del Nido, l’apprendimento del linguaggio risulterà sostenuto dalle modalità comunicative verbali e non – verbali dell’adulto e dalle eterogenee forme dei linguaggi : imitativo – simbolico, grafico – pittorico, plastico – manipolativo, sonoro - musicale, drammatico – teatrale.
Comunicare non significa, infatti semplicemente possedere una struttura grammaticale e verbale ma anche comprendere i messaggi in relazione al contesto, attraverso la sfera circolare della mente e del corpo. Ritorniamo così, a quell’esperienza corporea dalla quale eravamo partiti, con l’intento di analizzarla nella dimensione del piacere, dello sviluppo psico – sessuale.
Nel secondo anno di vita il bambino attraversa la fase anale ed il concentrarsi del piacere in questa zona crea un particolare interesse relativamente ai prodotti del corpo. Il bambino desidera dunque conoscere, manipolare quelle feci e quelle urine che per lui rappresentano “ un dono “, un prodotto del proprio corpo.
Dare spazio a questo bisogno, ovviando i problemi di carattere igienico – sanitario vuol dire innanzitutto riconoscerlo per poi legittimarlo attraverso una sublimazione ( spostamento / canalizzazione della pulsione interna verso attività socialmente accettate e riconosciute ) resa possibile dalle attività grafico – pittoriche, plastico – manipolative, di costruzione.
In questa età, più che in ogni altra, il bambino percepisce l’esigenza di manipolare colori e materiali di consistenza e forme diverse, di costruire per poi distruggere e ricostruire, osservando che le conseguenze delle proprie azioni hanno carattere reversibile.
Nella sezione medi è dunque necessario prevedere un angolo delle attività espressive e di costruzione, dedicato alle esperienze ludiche di incontro del colore e delle sue tecniche, di manipolazione e costruzione. Un angolo dedicato a quelle attività il cui valore specifico si associa all’elemento metaforico.
Simboli delle emissioni corporee infantili, canali ludici di sublimazione delle pulsioni aggressive connesse alla fatica di controllare gli sfinteri, di incontrare l’altro e l’ambiente anche inteso come frustrazione, i giochi espressivi parlano un linguaggio infantile dando risposta a bisogni profondi.
Ascoltare questi bisogni vuol dire anche trovare un luogo per essi. Uno spazio di sezione che potrà proficuamente ampliarsi nell’eventuale presenza di un atelier oppure circoscriversi nei tavoli utilizzati per il pasto.
 
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